Come la Juventus di Thiago Motta si differenzia dal passato e perché l’allenatore ha avuto ragione su Vlahovic.
L’inizio della stagione 2024/25 per la Juventus ha portato con sé una serie di cambiamenti significativi, sia dal punto di vista tattico che gestionale, sotto la guida di Thiago Motta, i bianconeri stanno mostrando una nuova identità, lontana dai ritmi frenetici del passato e più incentrata sulla solidità difensiva e la pazienza in attacco. Questa trasformazione è particolarmente evidente nei risultati: la Juventus è imbattuta nelle prime sei giornate di campionato, con nessun gol subito, un record nell’era dei tre punti.
Una Juventus più matura e meno frenetica
Uno degli aspetti principali che distingue questa Juventus dalle versioni precedenti è la capacità di mantenere la calma in ogni situazione. Nonostante le pressioni, la squadra di Thiago Motta ha dimostrato di non cedere mai alla frenesia, privilegiando un approccio metodico e strutturato. In passato, la Juventus ha spesso cercato la giocata risolutiva in momenti di difficoltà, affidandosi a intuizioni individuali o azioni improvvisate. Oggi, la squadra sembra aver abbandonato questa mentalità, puntando su una costruzione paziente e oculata del gioco.
Il sistema difensivo è solido, e questo si riflette nei numeri: nessun gol subito nelle prime sei gare è un risultato che conferma la bontà del lavoro svolto. Motta ha enfatizzato l’importanza di difendere bene come base per poi sviluppare azioni offensive ragionate, senza fretta e senza scelte affrettate.
Vlahovic: la fiducia di Motta ripaga
Un altro tema centrale di questa stagione è il rapporto tra Thiago Motta e Dusan Vlahovic. L’attaccante serbo ha vissuto momenti altalenanti nelle ultime stagioni, tra infortuni e difficoltà di adattamento al sistema di gioco. Tuttavia, Motta ha dimostrato di credere fermamente nelle potenzialità di Vlahovic, facendolo giocare con continuità e fidandosi delle sue capacità nonostante le critiche esterne.
La scelta di sostituirlo in alcune partite, come successo durante la gara contro il Genoa, non è stata vista come una punizione, ma come parte di un piano più ampio per gestire al meglio le energie e migliorare la resa della squadra. Vlahovic ha risposto con carattere, dimostrando di essere in grado di fare la differenza nei momenti chiave.